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Kabbalah – Tradizione Occulta

Da anni gli studiosi più rinomati di Società Segrete e di occultismo hanno ampiamente dimostrato che il nucleo dottrinale di ogni sètta massonica o di ogni congrega che pratica la magia cerimoniale è totalmente impregnato di teorie emanazioniste o gnostiche di indubbia provenienza cabalistica. Come un camaleonte, nel corso dei secoli la Kabbalah ha subito diverse metamorfosi adattandosi alle diverse situazioni contingenti storiche, sociali, religiose e filosofiche, e riproponendo sostanzialmente gli stessi concetti (come la deificazione dell’uomo) e una sorta di Conoscenza per soli iniziati, infarcita di superstizione e di mitologia che nulla ha a che fare con l’autentica Rivelazione veterotestamentaria giunta sino a noi..

Che cos’è la Cabalà: -è un sistema metafisico volto a spiegare le varie fasi della creazione del mondo, lo scopo della vita umana ed il rapporto tra il Creatore e Creature; -è un sistema volto a definire la vera differenza tra il bene e male, a capire il posto dell’uno e dell’altro nella propria vita e nella creazione; -è un insieme di insegnamenti sul come rendere più profonda, sincera ed efficace la nostra preghiera e meditazione; -è la via per scoprire con certezza il nostro posto nel mondo, i nostri doni più belli, i nostri, limiti, il compito unico ed irrepetibile che ci è stato affidato; -è l’insegnamento sul come armonizzare le due componenti fondamentali della personalità: quella maschile e quella femminile, onde avvicinarsi al ricongiungimento con la “seconda meta” di ciascuno di noi, e alla gioia e al senso di compimento che ciò porta con sè. (cfr. Astercenter)

Che cosa non è la Cabalà: -non è magia, ovvero la pretesa che il volere umano può tutto, se impara le nozioni che gli permettono di manipolare le forze segrete della creazione e delle creature; -non è quell’occultismo deleterio fatto di incantesimi e di rituali, come purtroppo era stato affermato da una certa letteratura del secolo scorso; -non è un’altra arida ed astratta filosofia, volta solo ad insegnarci qualche complicato concetto, peraltro inutilizzabile nella vita pratica. La cabala ebraica non va confusa con la cabala o le cabale di tradizione occidentale, anche se alcune di queste sono ad essa direttamente ispirate. La Cabalà è complicata e semplice allo stesso tempo, è trascendenteRabbino Caballista ed immanente, è logica e paradossale, è emotiva ed è corretta. Il suo linguaggio è multidimensionale, e parla a ciascuno nel modo più esatto.

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Essa è accessibile a tutti coloro che sono in ricerca, sia che siano già in cammino da anni, sia che abbiano appena incominciato, non importa quale sia la loro fede d’origine; persone di capacità diversa ricevono messaggi diversi ma nessuno esce a mani vuote.

La parola stessa viene dalla radice qabal che significa “ricevere”, nel senso di una tradizione tramandata da generazione a generazione. I cabalisti affermano che la tradizione esoterica era agli inizi un tutto unico e completo, che essa si frammentò solo in seguito, con l’episodio della Torre di Babele.

Questo evento fu causato dall’ingorgoglimento degli “iniziati”, di coloro che detenevano le chiavi della conoscenza segreta, e del loro volerla usare per elevarsi al di sopra di tutti gli altri, Dio compreso. Lo stesso errore si sarebbe poi ripetuto molte volte, fino ai giorni nostri. Allora però essi avrebbero potuto riuscirci, dato che la conoscenza esoterica era ancora un tutto unico.

Non così oggi, quando i vari frammenti non hanno da soli abbastanza forza da poter innalzare coloro che li posseggono al di sopra di tutti gli altri. Questi frammenti sono presenti in misura maggiore o minore in tutte le religioni, in ogni credo e cultura. Il nostro compito è di rintracciarli ovunque essi si trovino, di ripulirli dalle incrostazioni e di riunificarli. Questo perchè senza la luce della conoscenza-sapienza unificata nessuno riuscirà veramente a trovare la strada verso la pace, e i nostri sforzi rischiano di essere vani. E il lavoro più importante, anche se non è l’unico, lo dobbiamo fare proprio a casa nostra, nell’ambito delle nostre radici, del nostro passato di individui e di popolo. Una delle differenze fondamentali tra le varie mentalità religiose e culturali esistenti è contenuta nella polarità Oriente versus Occidente, che si estrinseca in una moltitudine di modi.

L’Ebraismo, di cui la Cabalà è l’anima più vitale, nasce e si sviluppa nel luogo geografico che unisce i due opposti, Est ed Ovest. Inoltre, soprattutto durante gli ultimi duernila anni, la tradizione cabalistica è fiorita sia tra gli Ebrei che vivevano in esilio ad Est di Israele che tra quelli esiliati ad Ovest. Entrambe le scuole sono cresciute in modo autonomo, arrivando però a risultati simili e non contrastanti. La Cabalà differisce profondamente da ogni altra forma di misticismo poichè essa non è solo vaga e soggettiva, volta a descrivere degli stati o esperienze soprannaturali, diverse ogni volta ed elusive nel loro carattere. La Cabalà è la scienza del trascendente, ed offre una serie di parametri oggettivi per valutare la serietà e la validità delle esperienze spirituali e delle affermazioni esoteriche. Non è a caso che la Cabalà faccia un cosi vasto uso di strumenti matematici, e che uno dei suoi sistemi esegetici più importanti sia proprio il calcolo dei valori numerici delle parole ebraiche delle Scritture e lo studio dei fenomeni di corrispondenza, di eguaglianza, di proporzione che si scoprono in esse.

Proprio recentemente, studi fatti all’università di Bar Ilan a Tel Aviv, con l’ausilio di un computer, hanno mostrato degli sbalorditivi fenomeni di ricorrenze e coincidenze numeriche presenti nel Pentateico. La cosmogonia cabalistica (la descrizione della creazione del mondo) presenta dei lati molto vicini alle più moderne teorie scientifiche. Il “big bang” è stato descritto dai cabalistici centinaia di anni fa con la metafora della SHVIRAT HA KELIM = “Frammentazione dei Recipienti”. Essa fu l’evento che permise la manifestazione di entità separate, chiamate dagli scienziati “particelle subatomiche” e dai cabalisti “puntini”. La vecchiaia del cosmo era già nota ai cabalisti, che sapevano dei cataclismi attraverso cui la vita aveva dovuto passare prima di raggiungere la sua forma attuale. La creazione “ex-nihilo”, ormai ammessa dalla fisica quantistica, è chiamata in Cabalà “yesh mi ain” ed è uno dei vari modi con cui opera la Causa Creatrice (mondo della creazione). La possibilità di trasformare materia in luce e viceversa è da sempre uno degli assiomi fondamentali della Cabalà, come pure l’affermazione che il mondo è stato fatto di luce (vedi la teoria scientifica della “zuppa calda” fatta di fotoni, da cui sarebbe poi emerso il cosmo). Anche la teoria generale della relatività era già stata anticipata dalla Cabalà, poichè si sapeva che una determinata realtà poteva cambiare del tutto la sua polarità e coordinate (da maschile a femminile o viceversa) a seconda delle referenze scelte.

Il fatto che viaggiando alla velocità della luce il tempo smetta di scorrere per i cabalisti non era solo una curiosità matematica ma era un’esperienza reale, dato che essi potevano viaggiare nel passato e nel futuro grazie alla loro capacità di accelerare la propria consapevolezza a velocità ancora superiori a quella della luce. Il miracolo dell’Arca dell’Alleanza che non occupava posto all’interno del Tabernacolo già aveva dimostrato che in campo energetico intensissimo può curvare lo spazio.

Una delle assunzioni sempre presenti nel sottofondo mentale di un scienziato in ricerca è quella della fondamentale semplicità e simmetria della creazione. La Cabalà afferma che lo stato più elevato di consapevolezza, al di là della stessa sapienza esoterica, è chiamato pshal = “semplice”. Circa la simmetria insita in ogni dettaglio dell’esistenza, ciò era stato annunciato dal versetto ” ze l‘umat ze barà elohim” = “questo parallelo a quello creò Dio”.

La scoperta dell’antimateria è stata una clamorosa conferma della citata affermazione biblica

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