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Il memoriale della Scozia per la strage delle streghe

Per ignoranza e interessi morirono 2.500 donne. «Colpite perché vulnerabili».Un monumento nazionale a distanza di quasi 300 anni dall’ultima esecuzione

Vennero
imprigionate, torturate e uccise a migliaia. La loro colpa presunta:
essere in rapporto col demonio, praticare la magia nera. In altre
parole, la stregoneria. La realtà dei fatti: essere donne in un universo
sottomesso al potere maschile. La caccia alle streghe che imperversò in
Europa fra il Quindicesimo e il Diciottesimo secolo può essere
giustamente definita il primo femminicidio di massa. E il pozzo nero di
quella orrenda strage fu la Scozia: dove le esecuzioni furono in
proporzione cinque volte più numerose che nel resto d’Europa. Ora, quasi
300 anni dopo l’ultimo martirio, avvenuto nel 1727, a Edimburgo stanno
pensando di espiare — in parte — quanto commesso dai loro avi e onorare
la memoria delle vittime: erigendo un monumento nazionale alle
cosiddette «streghe».

Rigorismo protestante e misoginia

Furono
almeno 2.500 le persone messe a morte in Scozia per stregoneria: i
maschi non erano immuni dalla persecuzione, ma l’85 per cento delle
vittime furono donne. E molte altre migliaia vennero processate e
torturate. «Per un Paese di così piccole dimensioni, è impressionante»,
ha commentato al Guardian
Julian Goodare, professore di storia all’università di Edimburgo e
autore, assieme a Louise Yeomans, di un database sulla caccia alle
streghe. L’accanimento degli scozzesi si spiega con diversi fattori, in
particolare il rigorismo morale assunto dalla riforma protestante in
quella regione, che si coniugava a una atavica misoginia. Ma a dare il
sigillo supremo dell’autorità alle persecuzioni ci aveva pensato lo
stesso sovrano di Scozia, Giacomo IV — che poi salì al trono
d’Inghilterra come Giacomo I — il quale era notoriamente ossessionato
dalla stregoneria tanto da pubblicare in prima persona un trattato sulla
demonologia. «Giacomo IV fornì la legittimazione iniziale — ha
commentato lo storico — ma credo che il tutto sarebbe avvenuto comunque a
causa della intensità della Riforma scozzese».

Credenze pagane e furore ideologico

La
caccia alle streghe non è infatti un fenomeno medievale, come spesso si
crede, ma ha direttamente a che fare con la formazione dell’Europa
moderna e con i suoi elementi costitutivi, la Riforma protestante e la
Controriforma cattolica. Entrambe si proponevano di re-evangelizzare il
Continente europeo, nella consapevolezza che fino ad allora la
cristianità era rimasta un velo superficiale che nascondeva un’ampia
sopravvivenza di credenze pagane. E le portatrici di questa sapienza
antica erano in primo luogo le donne, depositarie di saperi ancestrali
che si traducevano in pratiche non conformi alla religione ufficiale. Di
qui l’accusa di «stregoneria» e il furore ideologico e pratico volto a
estirpare questi residui di un passato da rimuovere.

Sessualità eversiva

«Le
donne erano nel mirino anche a causa della loro sessualità — sottolinea
Goodare — e perseguite per adulterio e rapporti extramatrimoniali».
Perché in una società incentrata sul dominio maschile sui corpi il sesso
femminile è qualcosa di potenzialmente eversivo, al pari delle pratiche
«stregonesche». Ma non di solo questo si trattava.

«Queste donne erano
prese di mira perché vulnerabili — ha sottolineato Kate Stewart,
l’esponente del partito nazionalista scozzese che guida gli sforzi per
erigere il memoriale —. Alcune di loro possedevano terreni di cui altri,
di solito uomini, volevano impadronirsi; oppure erano vedove o nubili, o
in ogni modo apparivano e parlavano e si comportavano in modo
differente». Kate Stewart sta lavorando a una proposta dettagliata per
il memoriale: «Il messaggio riguarda l’essere più tolleranti verso le
persone che appaiono diverse — ha detto —. Quell’epoca era un periodo
difficile per le donne: ma trecento anni più tardi veniamo ancora
accusate per il modo nel quale ci vestiamo o agiamo. Tutto questo deve
cambiare».

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