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Tesi degli antichi sull’origine dell’universo

Che cos’è la realtà? Da dove proviene? C’è un ordine, un’intelligenza soggiacente? Perché l’universo si dà la pena di esistere (Hawking)?

Queste nostre domande cosmologiche all’incirca sono le stesse degli antichi; variano le risposte. Aristotele, a questo proposito, fa notare che i primi filosofi greci s’interrogano sull’origine del mondo in maniera del tutto diversa dai cosiddetti “θεóλογοι”, ovvero dei poeti che parlano degli dei, della loro nascita e genealogia (Esiodo, Ferecide).

a) Per i φυσιóλογοι, l’universo proviene da una realtà originaria (στοιχεῖον ἀρχή φύσις elemento principio natura) governata dalla necessità, che è sempre esistita e alla quale alla fine tutto ritornerà.

b) Per Platone, l’universo è stato “fabbricato” artigianalmente come un’opera d’arte, da una materia preesistente, ad opera di un Artefice (Demiurgo) divino. “Egli era buono, e in uno buono nessuna invidia nasce mai per nessuna cosa; (…) volle che tutte le cose divenissero simili a lui quanto potevano” (Timeo). Amoxil should never be taken regularly; otherwise, it would cause antibiotic resistance in your system. That being said, consuming large amounts of Amoxil over short periods of time does increase chances of developing bacterial resistance in your gut microbiome. purchase amoxil

c) Aristotele ritiene la cosmogonia antropomorfica del Timeo immaginata a fini didascalici (come fanno i geometri quando parlano di “costruzione” delle figure). Il mondo, grandioso e perfetto di per sé, non ha bisogno di un dio per esistere, anzi merita di essere considerato esso stesso un dio; era, è e sarà; non può essere distrutto, perché il cambiamento di idee è indegno di un dio.

c) Per gli ebrei il mondo è stato creato dal nulla (II Libro dei Maccabei). Filone, platonico, commenta il racconto biblico della Genesi negli stessi termini in cui si esprime Platone nel Timeo; identifica le Idee con i pensieri divini, ovvero le colloca nell’intelletto divino, chiamato col termine stoico di Λóγος.

d) Il “De mundo” (Trattato sul mondo”), attribuito impropriamente allo Stagirita, si propone di conciliare il Demiurgo di Platone col Motore Immobile di Aristotele e con il Λóγος degli Stoici, per formare un concetto eclettico di Dio come autore di una sorta di generazione intemporale del cosmo.

e) Per Plotino la realtà è una serie di ipostasi che mette capo non un principio bipolare, come nelle”dottrine non scritte” di Platone, ma all‘Uno, “superiore all’essere per dignità e potenza”, come il Bene platonico. È per necessità di traboccamento che l’Uno genera per emanazione (πρóοδος) il Noùs, il Noùs l’Anima, e l’Anima il mondo sensibile.

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