La macchina del tempo è sempre stata un’idea buona per i film e la letteratura, ma nessuno scienziato l’ha mai presa sul serio come qualcosa di davvero realizzabile. Nessuno tranne lui: Ron Mallett,
un astrofisico di 74 anni che ha dedicato la sua vita di ricercatore al
concetto di viaggio nel tempo. Un obiettivo che lui vede come
realistico. Docente all’università del Connecticut, Mallett ha condotto
studi sui buchi neri e sulla teoria della relatività generale. Dietro al
suo lavoro c’è anche una motivazione molto personale, intima. Più che
un Nobel o un riconoscimento accademico, il vero sogno dello scienziato è
sempre stato quello di poter tornare nel passato per incontrare il
padre perso all’età di 10 anni. The members’ services department can connect you to a specialist who can provide information regarding how much of the drug bill you pay clomid for sale mst. «Era il centro della mia vita, per me il
sole sorgeva con lui e tramontava con lui, ancora oggi, a tanti anni di
distanza, la sua assenza per me è qualcosa di irreale». Il giorno dopo
la morte del padre, al piccolo Ron capitò tra le mani un romanzo di
fantascienza: era La macchina del tempo di H. G. Wells. «Quel
libro cambiò la mia vita» racconta ancora l’astrofisico. Che peraltro è
consapevole del fatto che ci vorrà molto tempo prima di arrivare davvero
a costruire una macchina del tempo, e lui non riuscirà a vederla
realizzata nel corso della sua vita.
Ma
su cosa si basano le ricerche dello scienziato? «Semplificando al
massimo: Einstein diceva che il tempo può essere influenzato dalla
velocità» spiega Mallett. E fa il classico esempio dell’ipotetico
astronauta in grado di viaggiare nello spazio alla velocitò della luce, e
che una volta tornato a casa scoprirebbe di essere invecchiato meno dei
suoi contemporanei rimasti sulla Terra perché per lui il tempo sarebbe
trascorso più lentamente: «Per lui sarebbe passato solo qualche anno,
per i terrestri decenni». Mallett aggiunge poi un altro esempio,
cinematografico: «Nel film Il pianeta delle scimmie il
protagonista, che credeva di essere atterrato in un pianeta lontano,
alla fine scopre di essere invece tornato sulla Terra ma in un futuro
post-atomico». Tutti questi esempi però pongono una questione di non
semplice soluzione: la teoria della relatività può far ipotizzare un
viaggio in avanti, nel futuro, ma come farebbe Mallett a raggiungere suo
padre nel passato?
L’astrofisico risponde richiamandosi sempre
alle tesi di Einstein: «Secondo la relatività, il tempo è infulenzato
dalla forza di gravità: più la gravità è forte, più il tempo scorre
lentamente. Dunque – dice ancora Mallett – quella che noi chiamiamo
“forza di gravità” non è affatto una forza, bensì una curvatura dello
spazio dovuta a una massa. E se puoi curvare lo spazio, è possibile che
lo si possa anche far ruotare. E sempre per la teoria della relatività,
tutto ciò che fai allo spazio lo fai anche al tempo». Conclusione: si
può pensare di far ruotare il tempo ad anello, in modo da viaggiare
verso il passato e poi al contrario verso il futuro, in una specie di
tubo, un tunnel spaziotemporale. E un ruolo può averlo anche l’uso della
luce, che potrebbe essere usata per condizionare il tempo attraverso
quello che Mallett chiama un anello-laser.
Lo scienziato ha creato
un prototipo per mostrare come un laser può essere usato per creare un
raggio di luce che ruota nello spazio e nel tempo. Mallett ha anche
elaborato un’equazione che, a suo avviso, è in grado di corroborare il
suo lavoro con una base teorica. «Un raggio laser circolare potrebbe
agire come una sorta di macchina del tempo, provocando una rotazione del
tempo che ci consenta di muoverci verso il passato.
C’è però un
problema per il quale lo stesso Mallett al momento non sa proprio
immaginare una soluzione: «Si può viaggiare all’indietro, ma solo fino
al momento in cui la macchina del tempo è stata accesa». Come viaggio
nel passato certo non sarebbe un gran che, ma lo studioso rimane
ottimista e continua a cercare altre possibili risposte.