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27 novembre 1868 – 151 anni fa la carneficina (impropriamente chiamata battaglia di Washita)

Nel mese di ottobre 1867, il Maggiore Elliot condusse una
scorta di consulenti per la Medicine Lodge Creek nel Kansas. Qui
firmarono il famigerato trattato di Medicine Creek. Il Congresso però
non tenne conto del Trattato sino al luglio 1868, perciò i Cheyennes
attesero invano le promesse che in definitiva non arrivarono mai.
Durante questo tempo di tensione nelle pianure, il Generale Phillip
Sheridan prese il comando del US. Army Department of Missouri nel marzo
del 1868.
Presto si segnalarono delle proteste da parte dei Cheyennes
che si sentivano nuovamente traditi dal Governo per il non rispetto dei
Trattati di Medicine Lodge Creek a sua volta firmati con i Capi Tribù
interessati. Perciò il Governo inviò l’ordine all’agente Indiano Wynkoop
di recarsi dai Cheyennes per un suo giudizio obbiettivo sulla reale
necessità degli Indiani per il rilascio di forniture. Ma l’ordine
avvenne troppo tardi. I Cheyennes nel frattempo si misero in stato di
guerra contro i coloni nella terra che consideravano la loro,
uccidendoli e facendoli prigionieri. Il 22 novembre 1868, George A.
Custer ricevette gli ordini dal Generale Sheridan di lasciare Il Campo
dei Rifornimenti per 30 giorni di missione di esplorazione. Quando
Custer raggiunse il fiume canadese, mandò sui monti il Maggiore Elliot a
esplorare. Dodici miglia a monte gli scouts di Elliot trovarono un
sentiero indiano tracciato di fresco e quindì lo notificò a Custer che
gli ordinò di seguirne le tracce. Tre dei suoi scout trovarono l’esatta
posizione di un villaggio Cheyenne costituito da oltre 50 Tipì che erano
sistemati sulle rive del fiume Pole Lodge che faceva parte del
FiumeWashita.
11 Compagnie del 7° Cavalleria erano sotto il comando del
Ten. Col. George A. Custer, di cui 3 Compagnie del 3° Fanteria, 1 del 5°
Fanteria, 1 della 38°ma Fanteria e circa 450 carri provenienti dal
Territorio Indiano di Fort Dodgefor. 
All’alba di quella rigida mattina del 27 novembre 1868,
circa 700 uomini del 7° Cavalleria si prepararono ad attaccare il
campo, mentre gli indiani, ignari di quello che stava accadendo erano
ancora nel loro sonno. Con le note del “Garry Owen”, Custer si attestò
nei pressi del villaggio con i suoi quattro battaglioni: il Maggiore
Joel Elliot con le Compagnie G, H e M proveniente da nord-est; il
Capitano William Thompson con le Compagnie B ed F, da sud; il Tenente
John M. Johnson con la Compagnia E attestata a sud-ovest; Custer con le
Compagnie A, C, D e K, da ovest. L’intento di Custer era di assassinare
il maggior numero di Indiani da lui considerati “ostili”
Questo campo indiano Cheyenne era guidato dal Capo Black
Kettle, un Suhtia. Black Kettle non mise alcun scout a guardia del
proprio villaggio perché ritenne che non ce n’era motivo ed era ignaro
di un attacco imminente da parte dell’esercito.
Le truppe di Custer irruppero nel villaggio con violenza e
determinazione. Gli ordini erano di non risparmiare nessuno. Una
pallottola colpì in pieno petto un capitano uccidendolo, i suoi uomini
al suo seguito furono feriti all’addome dai fucili indiani. Il Maggiore
Elliot si trovò tagliato fuori ma con la sua Compagnia riuscì a farsi
breccia a est e inseguì gli indiani fuggitivi. Fu nuovamente tagliato
dalla fuori dalla mischia e la sua compagnia fu uccisa. Durante
l’attacco i Cheyenne uccisero 4 prigionieri bianchi tenuti ostaggi. Non è
chiarto se Custer è stato capace di salvare gli altri due. Nel
frattempo la Cavalleria aveva diviso in due il campo e a colpi di
sciabola vennero falcidiati tutti gli occupanti dei Tipì, la maggior
parte costituita da donne, vecchi e bambini. Le donne incinte furono
sventrate e i feti lasciati sul terreno con le loro madri. Donne,
bambini e anziani furono inseguiti tra le loro tende e abbattuti uno a
uno come animali a colpi di sciabola dai soldati a cavallo, mentre
coloro che tentavano di salvarsi venivano prima colpiti dai fucilieri in
postazione, poi finiti e sventrati dalle armi bianche dei  soldati. Ai
cadaveri delle donne, degli uomini e dei bambini furono tagliati i
genitali. I cavalli dei Cheyenne furono macellati così come
furono abbattuti 875 pony indiani.
Dopo aver fatto strage del campo, ucciso Black Kettle
e Little Rock, dato fuoco ai Tipì e ucciso tutto il bestiame rimanente,
Custer il 1° Dicembre, riuscì a portare con sé presso il Campo di
Approvvigionamento dell’Esercito, il suo trofeo di guerra costituito da
52 prigionieri, tutte donne e bambini, che furono successivamente
trasferiti a Fort Hayes nel Kansas, come prigionieri di guerra. Sul
campo di Washita River  l’esercito perse complessivamente 21 uomini e i
feriti furono 16.  I militari di Custer contarono sul terreno “nemico”
solo i Cheyenne maschi uccisi che furono 103, non tennero conto invece
delle donne e dei bambini massacrati, nemmeno dei molti dispersi che
finirono annegati nelle acque gelide del Fiume Washita. 
Geroge A. Custer con il massacro di Washita firmò il suo atto di
morte, che avvenne nella battaglia del 1876 presso il Fiume Little Big
Horn: i Sioux coalizzati si vendicarono dei suoi orrori commessi ai
danni dei fratelli Cheyennes.
Custer fu un grande sostenitore dell’idea che la natura dei Nativi
era molto più crudele e feroce di qualsiasi bestia selvaggia del
deserto. In seguito lui stesso venne giudicato da un suo ufficiale
superiore come “crudele, bugiardo e senza principi morali, disprezzato
da tutti gli ufficiali del suo reggimento”
Questo inutile massacro, appena quasi quattro anni dopo quello di
Sand Creek nel Sud-Est del Colorado nel 1864, spazzò via tutti coloro
che a Sand Creek sopravvissero, delle intere famiglie Cheyennes di
antiche discendenze, non sopravvisse nessuno.
Secondo George Bent, le persone che furono trucidate nel massacro di Lodge Pole del Washita River furono:
Black Kettle, (Suhtai) Capo Consiglio;  Little Rock, (Cheyenne) Capo Consiglio.
11 guerrieri: Bear Tongue, High Bear, Blind Bear, White Bear, Cranky
Man, Blue Horse, Red Thoots, Few Heart, Red Bird, Hawk . Tra di loro ci
furono anche 1 Arapaho e 2 Siouxs (Lakota), 16 donne e 9 bambini.
La maggior parte di loro sono stati abbattuti vicino il fiume
ghiacciato Washita o uccisi durante il tentativo di fuggire attraverso
il ruscello. C’era poca possibilità di fuga. Quelli che furono fortunati
a fuggire furono in pochi, molti furono i feriti, in gran parte erano
bambini.  Il massacro di Lodge Pole River (Whashita) del 1868 è stato un
genocidio deliberato ad opera di George A.

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Custer.

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